martedì 13 marzo 2012

Da Baggio un'esperienza contro la dispersione scolastica

di Romano Ranaldi.
La definizione di “dispersione scolastica” traduce quell’insieme di processi attraverso i quali si verificano ritardi, rallentamenti e abbandoni delle attività scolastiche. Come in altre periferie, a Baggio (periferia Ovest) questo problema è presente in modo significativo e precede, in moltissimi casi, un'emarginazione sociale che proietta i giovani verso un avvenire difficile e li rende più vulnerabili alle devianze.

Le forme di espressione di questa tendenza si manifestano spesso al di fuori delle regole del vivere civile concretizzandosi nell'aggregazione di gruppi aggressivi, prepotenze verso i coetanei, rifugio nell’alcool e, ancora, nelle droghe. Comportamenti che il più delle volte conducono in vicoli ciechi dai quali diventa difficile uscire. Inoltre la presenza sempre più numerosa di immigrati di diverse etnie rende il lavoro del corpo docente più faticoso e complesso: vi sono segnali evidenti di famiglie che mostrano perplessità ad iscrivere i loro figli in alcune scuole del quartiere e (attenzione!) col tempo potrebbe paventarsi un pericolo di ghettizzazione.

IL PROGETTO DELL'ASSOCIAZIONE GIOVANI E FAMIGLIA

In questo contesto si inserisce il progetto dell'associazione Giovani e Famiglia che desidera, oltre a dare un adeguato sostegno nel cammino scolastico, svolgere un compito di notevole importanza perché l'integrazione nel mondo dei bambini appare di una semplicità incredibile.

Rivolto ai soggetti che frequentano la scuola primaria di primo e secondo grado, il progetto si propone di contrastare e prevenire la dispersione scolastica e il disagio sociale dei ragazzi che ne sono vittime, realizzando un adeguato sistema di supporto e tutoring scolastico, di intervenire sui soggetti in difficoltà accrescendo la loro autostima e accompagnandoli verso una maggiore autonomia nello studio sin dai primi anni di scuola, di prevenire il disagio sociale e l’entrata dei minori nei percorsi di emarginazione promuovendo attività che vanno oltre il supporto scolastico, ovvero attraverso laboratori teatrali (a gennaio 2011 è stato attivato il primo in collaborazione con la compagnia amatoriale ‘I Guitti di Seguro’ che hanno offerto la loro opera gratuitamente) e attività compatibili con spazi e disponibilità, di stimolare il ruolo della famiglia nei processi educativi di formazione e sviluppo, di promuovere la costruzione di una rete educativa fra famiglia, scuola, territorio e servizi, di organizzare momenti di incontro e condivisione per sostenere lo sviluppo di un tessuto comunitario capace di una vera solidarietà sociale basata sull'impegno e la responsabilità di ognuno, e di favorire un’integrazione, che a noi appare di evidente naturalezza soprattutto fra i più piccoli, indirizzando anche le loro famiglie a porsi in questa ottica.


L'ESPERIENZA DI UN ANNO SCOLASTICO

Il progetto, in convenzione con il Comune di Milano, è iniziato con l’anno scolastico 2010/2011 e ha visto partecipare
80 bambini e ragazzi della scuola Primaria e Secondaria di primo grado, prevalentemente del quartiere ma non solo; 17 (diciassette) di loro sono portatori di disturbi dell’apprendimento certificati e la metà dei partecipanti sono stranieri provenienti da svariati paesi: Egitto, Marocco, America Latina, Sri Lanka, India, Filippine. Se la valutazione finale può considerarsi positiva, non è questione esclusiva dei risultati scolastici (i partecipanti sono stati tutti promossi), ma anche e soprattutto dall’ottima relazione che si è venuta a creare tra i ragazzi, le loro famiglie e i volontari e gli educatori dell’Associazione, gli insegnanti delle scuole interessate e, non ultimi, gli operatori dello UOMPIA, sempre disponibili a collaborare.

L'IMPORTANZA DELLA FORMAZIONE

Durante lo scorso anno scolastico (aprile 2011) abbiamo organizzato un incontro, finalizzato ai genitori con figli portatori di
Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) con la psicologa clinica Barbara Cividati, che ha offerto la sua opera gratuitamente.
Questo incontro, durato tre ore, si è rivelato di grande importanza formativa. La dottoressa ha illustrato cosa sono i DSA e del modo in cui inficiano la normale evoluzione delle abilità di lettura, scrittura e calcolo a fronte di un livello intellettivo assolutamente normale: spesso i bambini con DSA vengono scambiati per fannulloni o disattenti e sviluppano difficoltà psicologiche che a loro volta vanno a colpire ulteriormente l’autostima e la vita scolastica. La Dottoressa Cividati ha insistito molto sul fatto che i DSA vanno riconosciuti precocemente per essere trattati e infine compensati, perchè più tardi si interviene e maggiori saranno le problematiche residue, anche psicologiche dei soggetti: talvolta per paura di vedere un bambino come ‘diverso’ si finisce per creare una vera disabilità.

DIFFICOLTÀ DEL PRESENTE E PROSPETTIVE FUTURE

L’attività è ripresa sabato 24 settembre 2011 per i bambini della scuola elementare e il 4 ottobre 2011 per i ragazzi della scuola media, gli iscritti al progetto sono 93, di cui 50 stranieri. Visto il limite degli spazi (e non solo), purtroppo, non se ne possono ricevere altri. In questo momento siamo in difficoltà, l’attività prosegue con le offerte dei genitori nella speranza di ottenere quel contributo economico indispensabile che ci permetta soprattutto di avere 3 educatori preparati per un numero di ore adeguato alle necessità e dare un supporto ai volontari, seguire in modo specifico i bambini con gravi difficoltà, organizzare ore supplementari a supporto dei portatori di DSA che anche quest’anno sono numerosi (19), organizzare più incontri specifici per le famiglie e per ultimo coprire parte delle spese generali.

L’aiuto tangibile dell’Amministrazione è importantissimo per questi ragazzi e per le loro famiglie, non vorremmo dire loro di essere costretti a ridurre le attività. Grazie all'Amministrazione per quanto ha fatto, per quanto potrà fare in aiuto a queste famiglie e ai loro figli.

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