venerdì 2 dicembre 2011

Concerto di Natale a Villa Clerici

di Maria Piera Bremmi.
Con il Concerto di Natale di sabato 3 dicembre, ore 21, in Villa Clerici (Niguarda, periferia Nord di Milano) si conclude il calendario delle manifestazioni promosse nel 2011 dal Centro Culturale della Cooperativa.


Il Concerto (ingresso libero con prenotazione obbligatoria, tel. 02.66114499) vedrà l'esecuzione di un repertorio di brani di musica classica, da film e canzoni in tema natalizio eseguite dal quartetto da camera con pianoforte, violoncello, viola e violino de Il Clavicembalo Verde, accompagnato da una formazione dello storico Coro del C.A.I. (Club Alpino Italiano).

La sede del concerto, Villa Clerici (Via Terruggia 8/14), anche se definita la Versailles di Milano è ancora sconosciuta ai più, come peraltro numerose altre eccellenze “periferiche” che i milanesi dovrebbero scoprire. Appare dunque opportuno dare qualche cenno architettonico e storico.

Tra la fine del Seicento ed i primi anni del secolo successivo, la famiglia Clerici promosse la costruzione di case nobiliari da destinare a residenza di campagna; tra le proprietà ereditate dal passato i possedimenti di Cuggiono, dove fu costruita l'omonima villa sul Naviglio Grande, quelli della Tremezzina sul lago di Como, dove fu eretta villa Cadenabbia, poi ribattezzata Carlotta; per la villa di Niguarda, i terreni furono acquisiti nel 1698 da Giorgio Clerici. Se il padre Carlo pensò al complesso delle tre residenze di villeggiatura, il figlio realizzò concretamente l'impegnativo programma. Le case di villeggiatura forese da un lato restituivano l'immagine di ricchezza e potere della nobiltà, dall'altro consentivano un più agevole controllo dei fondi agricoli. Niguarda si trovava lungo la strada della seta che collegava il capoluogo con Como ed il Seveso e la presenza di fontanili garantivano un ampio apporto irriguo per la campagna.

Cenni architettonici: Villa Clerici venne edificata tra il 1722 e il 1733, su progetto dell'architetto Francesco Croce, costruttore della guglia principale del Duomo di Milano. Nei secoli, ha conservato i propri caratteri architettonici e, seppur privata del contesto originario, si presenta come un episodio di grande rilievo nel tessuto edificato di Niguarda. Il complesso, con un impianto ad U, si apre lungo lo spazio pubblico con una monumentale cancellata, con coppie di pilastri bugnati sormontati da vasi, proveniente dalla vicina Villa Litta Modignani, dove si trovava in stato di completo abbandono e qui installata alla metà del Novecento.
L'articolata composizione planimetrica della villa presenta sul bordo stradale due piccole cappelle alla testata dei fabbricati che si allungano dal corpo centrale, dedicate a Santa Teresa, integra, e a Sant’Antonio, spogliata degli arredi sacri, ora custoditi nella locale Parrocchiale. Il cortile d'onore così determinato è organizzato con un giardino all'italiana, libera interpretazione di quanto era allestito ai tempi del massimo splendore della villa; alcune statue su piedistallo sono collocate a sottolineare le intersezioni dei percorsi.
Il prospetto principale della Villa si eleva su due piani, con il corpo centrale ed il piano nobile più alti, concluso da una sopraelevazione al di sopra della copertura. La facciata presenta un portico su colonne binate, preceduto da una scalea a coda di rondine.
Il lungo prospetto opposto, a nord, severo nell'architettura e con balconcino al piano nobile, fa da fondale al vasto parco, fortunatamente risparmiato all'edificazione e riformato nel disegno negli anni Cinquanta con l'introduzione di colonnati, platee e quinte teatrali, scenograficamente disposte sull'asse centrale; a completare le zone verdi, alberature a macchia e a filare, statue, gruppi scultorei e una vasca con ponticello. Il raccordo della villa con i corpi rustici ai lati è costituito da semiportali curvilinei.
All'interno gli ambienti principali conservano non pochi elementi di grande valore, con soffitti a cassettone, pitture a cornice delle porte, camini. Ampio spazio allo scalone d'onore a tre rampe, con balaustra in pietra di miarolo e statue accovacciate in corrispondenza dei risvolti di rampa, sul modello del palazzo Clerici in città, e al salone degli Specchi, al piano rialzato della villa; allestito solo all'inizio dell'Ottocento con dipinti a trompe-l'oeil, conserva un notevole soffitto a cassettoni decorato.
Due affreschi risalenti all'originaria decorazione pittorica si trovano nella sala centrale, con il Ratto di Ganimede, e nell'attigua saletta, con una rappresentazione della Giustizia.

Cenni storici: il periodo di massimo splendore della villa, ininterrotto dal XVIII° al XIX° secolo, volse al termine quando il bene, con tutti gli stabili presenti nel borgo, nel 1830 passò dai Clerici a Giuseppe Melzi, perdendo la vocazione di luogo di villeggiatura. Infatti, i Melzi la adattarono progressivamente alle attività produttive, insediandovi l'allevamento del baco da seta e una filanda. Per ironia del destino, la villa, fondata dai Clerici che erano stati mercanti della seta e ne avevano fatto una sede prestigiosa celando la propria vocazione mercantile, fu venduta ai Melzi che la adattarono alla produzione serica, con insuperato senso pratico.
Tra la metà dell'Ottocento e i primi del Novecento la villa fu depauperata di arredi, suppellettili e decorazioni, devastata nell'impianto. I passaggi di proprietà si succedettero intensamente con l'inizio del Novecento, giungendo nel 1912 a Mario Ganzini che vi insediò la propria azienda di commercio di materiale fotografico; allora fu avviato un primo, parziale restauro, intervento condizionato dall'adeguamento del complesso alla nuova attività.

Galleria d’Arte: nelle sale del piano rialzato dal 1955 è allestita la Galleria d'Arte Sacra dei Contemporanei, voluta da Dandolo Bellini, con 130 opere esposte: autori, tra gli altri, Francesco Messina, Luciano Minguzzi, Aldo Carpi, Achille Funi, Trento Longaretti e Giacomo Manzù.

Casa di Redenzione: dal 1927 la villa è sede della Casa di Redenzione Sociale, fondata dai Padri Paolini.

Ulteriori informazioni sul sito lombardiabeniculturali.it

2 commenti:

  1. Sono stata a Villa Clerici in occasione di una precedente rassegna musicale "Concerti in Periferia": è stata una scoperta. Probabilmente, per la generalità dei milanesi Niguarda è l'Ospedale e poi null'altro. Sarebbe interessante una mappatura complessiva di tutti questi luoghi storici ed artistici esclusi dai consueti percorsi, anche turistici. Aiuterebbe a conoscere il volto complessivo di Milano, non solo "centro".
    Anna

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  2. Tra gli altri monumenti, a mio parere di valore assoluto, da inserire come tappe di un tour delle periferie cittadine (per i turisti, ma anche per i milanesi), vorrei segnalare:
    - Zona 8, Certosa di Garegnano (la Cappella Sistina di Milano), www.certosadimilano.it
    - Zona 4, Abbazia di Chiaravalle, www.cistercensi.info/abbazie/abbazie.asp?ab=23&lin=it.
    Piera

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